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al testo di Adielle
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Mentre per tutti stavo perdendo la testa io credevo di stare affinando nuove tecniche di sopravvivenza sempre morire senza un ritardo alfiere del tempo narciso allo specchio tornare in dietro sui miei passi fino al punto esatto in cui non finiscono mai vedrai vedrai che un giorno cambierà e mi alzai con ancora la testa tra le mani colpito di striscio perdendo sangue dai pensieri cosa vedi cosa credi che accadrà? a rispondere voci non mie ma stipate all'interno fluttuanti in uno spazio sedotto da un buio profondo gridante d'abisso tra l'amore e la pubblicità. Pregare non serve a sostituire l'assunzione di farmaci ma forse avrei bisogno lo stesso di un dio cui chiedere perdono per avere salva la vita per il poco che mi appartenga prima di inciampare nuovamente nel vuoto come in un gradino sulle scale del duomo franare a terra tra cocci rotti di bottiglia. Nuove siepi a blindare il paesaggio motivare l'immaginazione all' arrembaggio di ciò che non si vede. Nel mio reparto si può fumare penso sia l'unico in tutto l'ospedale fede da dover togliere dal dito per paura che la rubino come le sigarette ma le mie mani sono più nude di un sorriso senza denti oh anch'io ho i mei segreti tutti quelli di un uomo superficie pieni della polvere che si posa sulle forme maledette inscritte nel cerhio di un rosario se lo stendi. Alle pareti i fiori colorati degli asili fuori moda. Tutto ma non chiedermi che ho scritto dissi all'infermiera mentre le consegnavo il biglietto nella mia voce che trema l'anatema per gli addii.
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